Roberto Deboni DMIsr
2021-02-09 07:17:55 UTC
Premessa: mi ricollego alla discussione dal titolo
"Evoluzione di propaganda da religiosa a propaganda politica canaglia"
che e' nato dalla divagazione iniziata in questo post.
Introduciamo la propaganda di tipo canaglia e la pubblicita'
di tipo canaglia. Come gia' detto in italiano il termine propaganda ha
(o aveva ?) un significato duplice, di cui uno positivo, legittimante.
E lo stesso vale per il termine pubblicita'. I due termini esistono
pero' in due salse, una onesta e una canaglia (da farabutti,
mascalzoni, etc.).
Per esempio si puo' promuovere una idea valida, o che si crede sia
valida (il bello e buono sta nell'occhio dell'estimatore), e quindi
ci basta ed avanza una esposizione corretta, oggettiva e razionale
della nostra idea. Questa e' la parola propaganda una volta mi
pare fosse percepita in Italia. Ma ora il Treccani pare avere
segnato una cambiamento:
<https://www.treccani.it/enciclopedia/propaganda/>
"deliberato e sistematico plasmare percezioni tramite il
manipolare cognizioni", che implica "un certo grado di
occultamento, manipolazione, selettivita' rispetto alla verita'"
ed alcune tipiche pratiche "gradi di coercizione [ndr: psicologica]
o di minacca" e "far leva sulla paura"
Quindi quando scrivero' propaganda va inteso si tratti di propaganda
di tipo canaglia e non altro. Questa premessa vale a evidenziare
quanto puo' essere sottile l'utilizzo di parole e slogan nel
definire azioni e sostanze, come di seguito affrontato. Infatti,
e mia ferma convinzione che tutta la terminologia introdotta dal
movimentismo pacifista, che si e' espresso prima nelle campagne
contro la l'utilizzo pacifico dell'energia atomica, e poi nella
promozione delle cosidette energia rinnovabili, poi confluita
nei movimenti e partiti cosi detti "verdi", sia stata studiata
accuratamente a tavolino seguendo un deliberato progetto di
propaganda volta a mantenere lo status quo (quale che sia,
perche' nei decenni diventa una "bersaglio mobile". Ad esempio,
l'esaurimento dei giacimenti di petrolio in certe aeree
geografiche e il passaggio a nuove tecniche di estrazione di
prodotti succedanei, come il gas, ha spostato i termini di cio'
che va "promosso" e come).
Uno di queste mistificazioni e' la distinzione tra "combustibili
fossili" e "biomasse". In realta' sono ambedue vettori di energia,
quella di origine nucleare del Sole. Infatti, cosa significa
"biomassa" ? A parte il termine biologico/ecologico di "massa totale
di tutti gli organismi viventi", che ovviamente non si applica in
energetica, ove piuttosto le "biomasse" sono una massa di organismi
cosi' morti da essere "decomposti", abbiamo questa definizione:
biomassa = quantita' di materiale organico prodotto da organismi
viventi
Essa viene misurata sia in termini di unita' di energia (kJ) che
in termini di contenuto di carbonio (e di recente mi pare si
calchi anche su equivalenze di CO2 emessa dalla combustione)
Un significato piu' particolare e' il seguente:
biomassa = rifiuto/scarto vegetale e animale usato come fonte
di energia
Se ci pensate bene, ambedue le definizioni, sia quella piu' ampia
(la prima) che la seconda, piu' particolare, sono ambedue valide
per carbone, gas e petrolio estratti dalla crosta terrestre:
sono biomasse fossili!
Oggi siamo capaci, volendo, di produrre, sintetizzare, in quantita'
industriali, carbone, gas (metano) e petrolio a partire dalle
biomasse, ma anche sostituirci alla natura e attuare il processo
senza passare da alcuna forma vivente (sintesi chimica diretta).
A parte il carbone (che pero' contiene l'elemento costitutivo
della famiglia e che si trova "concentrato" nel carbone a causa
di processi biologici), potremo dire che siamo nel reame dei
composti organici, dei combustibili e fonti da energia organica.
La distinzione di questi composti organici ("carbomasse") dovrebbe
essere fatta tra:
* biomasse fossili (che sono di origine biologica, ma "stagionate")
* biomasse nuove (anche di origine biologica, ma "fresche")
* composti di sintesi abiotica = "sintocarbomasse" ovvero
"carbomasse di sintesi"
La questione ha rilevanza perche' la produzione di biomasse
richiede vaste aree ovvero e' una forma "estensiva" di produzione
di energia. Invece la produzione di combustibili organici tramite
sintesi abiotica e' molto piu' efficiente di quella naturale,
occupando quindi aree molto minori (anche fino a 50 volte minori,
lascio a voi valutare l'importanza di tale fattore).
Gli scenari di "economie basate sull'idrogeno" hanno introdotto per
la prima volta l'idea, su scala industriale, di un vettore di energia
alternativo alle biomasse, che fino ad oggi hanno imperato, evidenzio
"come vettori di energia".
Propongo quindi l'introduzione di definizioni e di una classificazione
dei "vettori di energia" (energy carriers). Preciso che per "vettore
di energia" intendo non solo una capacita' di trasporto "spaziale"
(che e' cio' che si fa con l'energia elettrica), ma anche di trasporto
"temporale" (che l'energia elettrica proprio non risolve :-).
* vettori organici
* biomasse
* fossili
* nuove
* abiotici
* vettori inorganici (per ora idrogeno e ammoniaca)
Quindi, secondo questa classificazione, i cosidetti "combustibili
fossili", sarebbero "vettori organici del tipo biomasse fossili".
Quelle che oggi sono definiti "biomasse" in energetica sarebbero
"vettori organici del tipo biomasse nuove".
Invece i "carburanti di sintesi" ottenuti direttamente estraendo
la CO2 dall'aria o da composti minerali, sarebbero "vettori
organici abiotici".
Infine, idrogeno e ammoniaca sono semlicemente "vettori inorganici".
Chiedo una critica sulla terminologia e suggerimenti o denominazioni
alternative. Notare che in scienza e tecnologia, da una classificazione
e una denominazione corretta/neutra si ha spesso la possibilita' di
intravedere miglioramenti e progressi altrimenti "nascosti" da
terminologia ideologiche ovvero propagandistiche.
"Evoluzione di propaganda da religiosa a propaganda politica canaglia"
che e' nato dalla divagazione iniziata in questo post.
Introduciamo la propaganda di tipo canaglia e la pubblicita'
di tipo canaglia. Come gia' detto in italiano il termine propaganda ha
(o aveva ?) un significato duplice, di cui uno positivo, legittimante.
E lo stesso vale per il termine pubblicita'. I due termini esistono
pero' in due salse, una onesta e una canaglia (da farabutti,
mascalzoni, etc.).
Per esempio si puo' promuovere una idea valida, o che si crede sia
valida (il bello e buono sta nell'occhio dell'estimatore), e quindi
ci basta ed avanza una esposizione corretta, oggettiva e razionale
della nostra idea. Questa e' la parola propaganda una volta mi
pare fosse percepita in Italia. Ma ora il Treccani pare avere
segnato una cambiamento:
<https://www.treccani.it/enciclopedia/propaganda/>
"deliberato e sistematico plasmare percezioni tramite il
manipolare cognizioni", che implica "un certo grado di
occultamento, manipolazione, selettivita' rispetto alla verita'"
ed alcune tipiche pratiche "gradi di coercizione [ndr: psicologica]
o di minacca" e "far leva sulla paura"
Quindi quando scrivero' propaganda va inteso si tratti di propaganda
di tipo canaglia e non altro. Questa premessa vale a evidenziare
quanto puo' essere sottile l'utilizzo di parole e slogan nel
definire azioni e sostanze, come di seguito affrontato. Infatti,
e mia ferma convinzione che tutta la terminologia introdotta dal
movimentismo pacifista, che si e' espresso prima nelle campagne
contro la l'utilizzo pacifico dell'energia atomica, e poi nella
promozione delle cosidette energia rinnovabili, poi confluita
nei movimenti e partiti cosi detti "verdi", sia stata studiata
accuratamente a tavolino seguendo un deliberato progetto di
propaganda volta a mantenere lo status quo (quale che sia,
perche' nei decenni diventa una "bersaglio mobile". Ad esempio,
l'esaurimento dei giacimenti di petrolio in certe aeree
geografiche e il passaggio a nuove tecniche di estrazione di
prodotti succedanei, come il gas, ha spostato i termini di cio'
che va "promosso" e come).
Uno di queste mistificazioni e' la distinzione tra "combustibili
fossili" e "biomasse". In realta' sono ambedue vettori di energia,
quella di origine nucleare del Sole. Infatti, cosa significa
"biomassa" ? A parte il termine biologico/ecologico di "massa totale
di tutti gli organismi viventi", che ovviamente non si applica in
energetica, ove piuttosto le "biomasse" sono una massa di organismi
cosi' morti da essere "decomposti", abbiamo questa definizione:
biomassa = quantita' di materiale organico prodotto da organismi
viventi
Essa viene misurata sia in termini di unita' di energia (kJ) che
in termini di contenuto di carbonio (e di recente mi pare si
calchi anche su equivalenze di CO2 emessa dalla combustione)
Un significato piu' particolare e' il seguente:
biomassa = rifiuto/scarto vegetale e animale usato come fonte
di energia
Se ci pensate bene, ambedue le definizioni, sia quella piu' ampia
(la prima) che la seconda, piu' particolare, sono ambedue valide
per carbone, gas e petrolio estratti dalla crosta terrestre:
sono biomasse fossili!
Oggi siamo capaci, volendo, di produrre, sintetizzare, in quantita'
industriali, carbone, gas (metano) e petrolio a partire dalle
biomasse, ma anche sostituirci alla natura e attuare il processo
senza passare da alcuna forma vivente (sintesi chimica diretta).
A parte il carbone (che pero' contiene l'elemento costitutivo
della famiglia e che si trova "concentrato" nel carbone a causa
di processi biologici), potremo dire che siamo nel reame dei
composti organici, dei combustibili e fonti da energia organica.
La distinzione di questi composti organici ("carbomasse") dovrebbe
essere fatta tra:
* biomasse fossili (che sono di origine biologica, ma "stagionate")
* biomasse nuove (anche di origine biologica, ma "fresche")
* composti di sintesi abiotica = "sintocarbomasse" ovvero
"carbomasse di sintesi"
La questione ha rilevanza perche' la produzione di biomasse
richiede vaste aree ovvero e' una forma "estensiva" di produzione
di energia. Invece la produzione di combustibili organici tramite
sintesi abiotica e' molto piu' efficiente di quella naturale,
occupando quindi aree molto minori (anche fino a 50 volte minori,
lascio a voi valutare l'importanza di tale fattore).
Gli scenari di "economie basate sull'idrogeno" hanno introdotto per
la prima volta l'idea, su scala industriale, di un vettore di energia
alternativo alle biomasse, che fino ad oggi hanno imperato, evidenzio
"come vettori di energia".
Propongo quindi l'introduzione di definizioni e di una classificazione
dei "vettori di energia" (energy carriers). Preciso che per "vettore
di energia" intendo non solo una capacita' di trasporto "spaziale"
(che e' cio' che si fa con l'energia elettrica), ma anche di trasporto
"temporale" (che l'energia elettrica proprio non risolve :-).
* vettori organici
* biomasse
* fossili
* nuove
* abiotici
* vettori inorganici (per ora idrogeno e ammoniaca)
Quindi, secondo questa classificazione, i cosidetti "combustibili
fossili", sarebbero "vettori organici del tipo biomasse fossili".
Quelle che oggi sono definiti "biomasse" in energetica sarebbero
"vettori organici del tipo biomasse nuove".
Invece i "carburanti di sintesi" ottenuti direttamente estraendo
la CO2 dall'aria o da composti minerali, sarebbero "vettori
organici abiotici".
Infine, idrogeno e ammoniaca sono semlicemente "vettori inorganici".
Chiedo una critica sulla terminologia e suggerimenti o denominazioni
alternative. Notare che in scienza e tecnologia, da una classificazione
e una denominazione corretta/neutra si ha spesso la possibilita' di
intravedere miglioramenti e progressi altrimenti "nascosti" da
terminologia ideologiche ovvero propagandistiche.