Post by *la tua osservazione ricorda tanto il protezionismo (che non appartiene alla
tua categoria) tipico di altre categorie , un esempio: notai o farmacisti.
...
"Assolutamente no. Sto dicendo che oggi come oggi è ridicolo consentire ad
un
perito di intraprendere la strada della libera professione visto che c'è un
esubero di ingegneri, sicuramente più qualificati, almeno a livello di
formazione scolastica."
Sei tu che vuoi vederci quel significato. Nel caso di farmacisti e notai
(tra parentesi, forse le uniche due professioni intellettuali delle quali
nella società odierna non si avverte minimamente la necessità) c'è un vero
protezionismo: parliamo di successione di padre in figlio, "territori" in
cui è garantita l'esclusiva e via dicendo.
Ma non fare, come Bersani, di tutta l'erba un fascio. La situazione dei
tecnici è diametralmente opposta. C'è un esubero incredibile, si lavora (nel
privato) a prezzi stracciati con prestazioni di infimo livello ecc. ecc.
In questo scenario, mi devo sentir dire che deve essere ancora nel 2006
consentito l'esercizio della libera professione ai diplomati? Mi sembra
ASSURDO: è una cosa che esiste solo in Italia; è un retaggio del passato,
oggi ingiustificato per il fatto che c'è un ESUBERO di professionisti
laureati; non rispecchia l'evoluzione che c'è stata in altri settori
(giustissimo l'esempio di Fausto sugli infermieri professionali);
disincentiva la formazione dei tecnici, soprattutto in determinati settori
("ma cavolo, se un perito può fare tutto quello che fa un ingegnere,
guadagnando lo stesso, ma perchè devo spendere tempo e soldi per prendere
una laurea, magari un master, corsi di specializzazione ecc. ecc.?").
E comunque ripeto: non chiedo di togliere l'abilitazione ai diplomati che
già ce l'hanno, ma di chiudere OGGI gli Albi dei diplomati. Tra l'altro, mi
sembra assolutamente coerente con altre (comunque discutibili, ma già in
vigore) disposizioni riguardanti l'innalzamento dell'obbligo scolastico, ad
esempio.
Post by *La tua umile opinione e' corretta: sono dipendente nell'industria e conosco
superficialmente il mondo della libera professione, in particolare nel
settore pubblico, nonchè generalmente equivoco nell'interpretare la
deontologia professionale ed il concetto di *tariffa MINIMA*.
CVD
Post by *Pero' non ho capito, sempre nella tua umile opinione, in cosa consista
l'assurdo: non l'hai spiegato.
L'assurdo sta nel fatto che:
- tariffa: si tratta di TARIFFE MINIME, ovvero sia la minima retribuzione
che garantisce lo svolgimento corretto di una prestazione professionale. E'
stato cioè valutato che, se ti fai pagare di meno, non potrai raggiungere
quel livello minimo di qualità della tua prestazione che la renda
tecnicamente valida. E per esperienza, posso dirti che è proprio così: le
tariffe professionali sono generalmente azzeccatissime, anche se c'è la
diffusa convinzione (che nasce solo dal fatto che i più non sanno lavorare)
che siano alte.
Quello che sfugge ai più è che nessuno vieta di farsi pagare di più, mentre
non era possibile (fino a poche settimane fa) farsi pagare di meno. La
tariffa minima era quindi una garanzia per il committente della qualità
della prestazione svolta: quello che escludeva discorsi del tipo: "eh, mi
hai pagato poco, questo è quello che posso fare". Abolire le tariffe minime
vuol dire, automaticamente, abbassare il livello della prestazione
professionale (già bassissimo), soprattutto in un contesto come quello
italiano, in cui si guarda solo al prezzo e la prestazione dell'ingegnere è
vista solo come una tassa, "...che tanto poi alla fine l'impresa sa quello
che deve fare...";
- deontologia professionale: il discorso "se vuoi Fuksas paghi di più, se ti
accontenti del praticone paghi di meno" travisa in maniera colossale quanto
sopra rispetto la dignità della professione e la qualità minima della
prestazione professionale. Cioè: ogni qualvolta ti affidi ad un
professionista abilitato, dovresti (il condizionale è d'obbligo, purtroppo)
essere SICURO che la prestazione che otterrai non sarà al di sotto di una
soglia minima di qualità, che ti garantisce comunque la rispondenza del
prodotto tecnico (progetto, direzione lavori, collaudo ecc.) alla normativa,
agli standard correnti ecc.. La tariffa minima è il prezzo corrispondente a
tale livello della prestazione. Deontologia professionale dunque impone che
se sei Fuksas, e quindi il tuo progetto ha ANCHE delle qualità particolari
di innovazione, sperimentazione, design ecc. è giusto che tu sia pagato di
più, ma anche che l'ultimo dei geometri, qualora sia abilitato a svolgere un
incarico, non scenda mai al di sotto di quella soglia minima di qualità di
cui abbiamo detto. Dunque, se c'è una differenza di prezzo tra Fuksas ed il
Geom. Rossi, dobbiamo comunque parlare di prezzi maggiori o uguali alla
tariffa minima corrispondente alla prestazione. In caso contrario, il Geom.
Rossi non sta agendo nel rispetto della deontologia professionale, cioè sta
vendendo un prodotto non adeguato. E ripeto: per esperienza ti assicuro che
è proprio così, scendere sotto la tariffa minima non ti consente di lavorare
bene, di realizzare un progetto tecnicamente valido.
Post by *Anzi credevo addirittura di aver detto una banalita', un pensiero
comunemente condiviso.
Probabilmente è così, se finora ti sei confrontato solo con i tuoi colleghi
a mensa.
Post by *Forse per capirlo devo diventare libero professionista, in particolare nel
settore pubblico... o forse sarai cosi' generoso da svelarmi l'equivoco...
Io ci ho provato. Quanto a provare la strada della libera professione, ti
invito a provare, seriamente. Soprattutto perchè, vista la tipologia media
dei frequentatori di questo ng, probabilmente lavori anche tu nel settore
ICT, che probabilmente è il primo da cui sarebbe meglio scappare. Anche in
questo caso, parlo per esperienza.
aLUCArd (from work)
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"Per ogni problema complesso esiste una soluzione semplice. Ed è sbagliata."