Roberto Deboni DMIsr
2020-01-13 03:59:39 UTC
Attenzione: 166 righe, 15 Kbytes di testo (ed una info per i geometri):
Bloomberg ha preso di mira la SolarReserve ed il primo impianto a torre
con accumlo termico di grossa taglia, cioe’ il progetto Crescent Dunes.
Ed il suo attacco e’ stato ripreso da una molteplicita’ di siti, ma del
tipo piu’ o meno minori (almeno una decina, secondo Google).
Ecco il titolo, che riassume tutto:
“A $1 Billion Solar Plant Was Obsolete Before It Ever Went Online“
Prima l’originale:
<https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-01-06/a-1-billion-solar-plant-was-obsolete-before-it-ever-went-online>
dove leggiamo frasi come:
“SolarReserve may have done its part, but today the company doesn’t rank
among the winners. Instead, it’s mired in litigation and accusations of
mismanagement at Crescent Dunes”
Peccato che SolarReserve non ha il controllo della gestione di Crescent
Dunes. SolarReserve non ha tanti soldi, ma per ogni impianto deve
trovare dei soci. E questi soci “danarosi” vogliono il controllo. Cosi’
la gestione di Crescent Dunes e’ in mano ad una Tonopah Solar, nel cui
consiglio Crescent Dunes ha, anzi aveva, due consiglieri. Aveva, perche’
pare che il Dipartimento dell’Energia abbia deciso, non si sa in base a
quale regola, di estrometterli e sostituirli con due loro
rappresentanti. SolarReserve ha impugnato l’azione ed ora c’e’ una causa
in corso. Vedremo come andra’ a finire. Ma gia’ abbiamo beccato una
“bugia” nella storia.
Continua l’articolo:
“The steam generators at Crescent Dunes require custom parts and a staff
of dozens to keep things humming and to conduct regular maintenance. By
the time the plant opened in 2015, the increased efficiency of cheap
solar panels had already surpassed its technology, and today it’s
obsolete—the latest panels can pump out power at a fraction of the cost
for decades with just an occasional hosing-down.”
Sostanzialmente afferma che il fotovoltaico ha il vantaggio di
richiedere solo un custode (che controlli che qualcuno non tiri sassi …)
ed userebbe materiali prodotti in serie, come se questo fosse un
argomento pregnante.
Insomma, il fotovoltaico richiede solo un custode che ogni tanto spruzza
un po’ d’acqua sui moduli.
Che dire allora, chiudiamo anche le grosse centrali termoelettriche che
anch’esse rientrano nella descrizione della prima frase ?
Continua l’articolo:
“The plant’s technology was designed to generate enough power night and
day to supply a city the size of nearby Sparks, Nev. (population
100,000), but it never came close. “
La cifra promessa (pianificata) era di 500 GW*h. Ecco, ora lo sanno tutti.
Continua l’articolo:
“Its power cost NV about $135 per megawatt-hour, compared with less
than $30 per MWh today at a new Nevada photovoltaic solar farm,
according to BloombergNEF, which researches fossil fuel alternatives.”
Dunque, l’energia di Crescent Dunes era stata contrattualizzata per 13,5
centesimi/kW*h, mentre,
secondo BloombergNEF (che la Bloomberg informa e’ una sua creatura che
ricerca alternative dei/suoi ? combustibili solidi …) il fotovoltaico
propone la sua elettricita’ a 3 centsimi/kW*h.
Tre centesimi ? Viene da domandarsi come mai nel mondo non e’ un
proliferare di cantieri di installazione di impianti fotovoltaici.
Continua l’articolo:
““It was a tragedy of mismanagement,” he says. Spanish company ACS
Cobra, he says, delayed necessary work on Crescent Dunes and designed a
salt tank that leaked, crippling the plant. “
ricordando cosi’ che SolarReserve e’ uno studio ingegneristico, non una
impresa di costruzioni, e quindi per grosse opere si appoggia ad altri.
Nello specifico ACS Cobra, una societa’ spagnola particolarmente attiva
nel settore solar termodinamico, che ha sia un settore ingegneristico,
che uno di costruzione edile e civile (oltre a fornire servizi vari e di
telecomunicazioni).
Ed il serbatoio dei sali fusi, famoso per avere avuto un errore di
saldatura da cui trasudava una perdita dei sali, e’ stata opera della
ACS Cobra.
Continua l’articolo:
“The Energy Department estimates that losses represent only 2.9% of its
$28 billion in loan guarantees for renewable energy projects, which also
funded such successes as the massive farms of thin-film solar cells from
the biggest American manufacturer.”
Come a dire che il progetto Crescent Dunes sia gia’ stata causa di una
“perdita finanziaria” al governo USA (non e’ cosi’, non risulta che il
governo, cioe’ il DOE, abbia gia’ dovuto pagare la fideussione). E per
rafforzare l’impressione che siamo gia’ a questo punto:
“Under the Trump administration, which has mocked the push for fossil
fuel alternatives, it’s easy to imagine Crescent Dunes being used as a
talking point if the White House proposes to eliminate federal subsidies
for renewable power,”
Cioe’ l’amministrazione Trump avrebbe l’argomento che Crescent Dunes ha
gia’ causato una
perdita finanziaria al programma di garanzia dei prestiti del DOE
(dipartimento dell’energia USA).
Ma non risulta tale perdita finanziaria, e quindi cosa vanno a scrivere
? Non ancora. (ma se il DOE,
che ha preso il controllo, fa fallire Tonopah Solar …)
Ed a conferma, quale progetto potevano richiamare nel seguito dell’aticolo ?
“There’s a long and growing list of failed government projects,” says
Edwards, a former senior economist on the Republican staff of the U.S.
Congress Joint Economic Committee. He points to the familiar example of
Solyndra LLC, a solar company backed by $535 million in loan guarantees
that filed for bankruptcy in 2011.”
Peccato per la tesi anti Crescent Dunes, che Solyndra era attiva nel
settore fotovoltaico. Un aspetto sfuggito nella notizia.
In ogni caso, il succo e’ che il fotovoltaico da 3 centesimi al kW*h e
che la tecnologia di Crescent Dunes e’ morta e sepolta. Eppure Ivanpah
e’ regolarmente in produzione. Ma allora quale sarebbe questa tecnologia
fallimentare di Crescent Dunes, visto che e’ un impianto a torre
esattamente come quello di Ivanpah ? Il fatto che aggiunge un
accumulatore di sali fusi ? (in realta’, c’e’ una
differenza, piu’ profonda, ma vediamo se qualcuno la scopre – Bloomberg
non l’ha vista).
Ma vediamo come la notizia e’ stata ripresa dalla decina di zeloti.
Prendiamone uno a caso:
<https://www.popularmechanics.com/technology/a30472835/crescent-dunes-solar-plant/>
“Bloomberg reports that a planned $1 billion solar plant was out of date
and obsolete before it could even be completed.”
Cioe’, nel 2015, anno di inizio servizio, Crescent Dunes sarebbe gia’
stata una tecnologia obsoleta ? Vediamo se argomentano del perche’
sarebbe cosi’.
“Now, the closed and abandoned plant is the subject of huge ongoing
lawsuits.”
Impianto “abbandonato” ? Ma se la SolarReserve ha citato in giudizio la
DOE per riavvere una voce nella gestione dell’impianto, non mi pare si
possa intendere come “abbandono”.
“SolarReserve’s website isn’t online as I write this, and more than one
of its projects has ended
in the possibility of bankruptcy.”
Ho verificato e www.solarreserve.com sembra fuori servizio, ma il
dominio e’ ancora riservato. Forse e’ stata una decisione degli
avvocati, perche’ cio’ che una azienda riporta sul proprio sito puo’
essere usato contro l’azienda da parte degli avvocati avversari.
E poi la sig.ra Caroline Delbert teme che altri progetti siano
possibilmente a rischio di fallimento ?
Vediamo allora nel dettaglio:
Aurora (Australia): il progetto non ha superato la fase di finanziamento
– nessun cantiere
Copiapo’ (Cile): il progetto non ha trovato compratori per l’energia –
nessun cantiere
Kalkaar (Sud Africa): il progetto e’ allo stadio di proposta
Kotulo Tsatsi (Sud Africa): il progetto e’ allo stadio di proposta
Likana (Cile): il progetto e’ stato ceduto alla cordata Cerro Domindar
Group/EIG Global Energy
Redstone (Sud Africa): il progetto e’ in mano ad ACWA Power
Rooipunt (Sud Africa): il progetto e’ allo stadio di proposta
Sandstone (Nevada): il progetto si e’ fermato a livello di pratica
burocratica, ora cancellato
Tamaragul (Cile): come Copiapo’, ha vinco la gara, ma non ha trovato
contratti – nessun cantiere
Ed allora, sig.ra Delbert, quali sarebbero gli altri progetti a rischio
fallimento ? La Solarreserve aveva una poderosa filiera, ma come
l’Italia, anche gli USA sembrano ostili al solare termodinamico.
Interessante notare che l’altro progetto cancellato e’ quello nel terzo
ed ultimo
paese ostile al solare termodinamico, l’Australia (il trittico AIUS …).
Tutti gli altri progetti elencati, altrove nel mondo, sono invece
passati di mano, ad arabi, cileni ed anche i cinesi si interessano.
Ma continuiamo:
“Even at peak operation, “[i]ts power cost [Nevada] about $135 per
megawatt-hour, compared with less than $30 per MWh today at a new
Nevada photovoltaic solar farm ...”
Dunque, l’energia elettrica venduta da Tonopah Solar prodotta a Crescent
Dunes costava a NV Energy (il suo compratore esclusivo *per contratto*)
13,5 centesimi al kW*h *ANCHE DURANTE LE ORE DI PICCO* ? Ma cosa
intendeva dire ? Il prezzo stipulato tra NV Energy
e Tonopah Solar e’ una tariffa fissa, per forza che e’ “sempre” 13,5
centismi al kW*h. Gli inglesi direbbero che questa frase e’ in “parlata
da faina”. Nel prossimo messaggio invece andro’ a dettagliare perche’ e’
sbagliato paragonare i 3 centesimi del fotovoltaico con 13,5 centesimi
del solare termodinamico con accumulo termico (di alta capacita’,
precisiamo).
Interessante come si prosegue:
“The total cost of Crescent Dunes was $1 billion for a promised 110
megawatts on 300 acres. Now, the Trump administration is approving a $1
billion plant that will make 690 megawatts on over 7,000 acres. “
Cio’ che e’ interessante, non e’ il prezzo, ma il territorio impegnato:
110 MW su 300 acri verso
690 MW su 7’000 acri. Una della (false) lamentele degli italiani
finti-ambientalisti e’ che il solare termodinamico consumerebbe
territorio. Secondo i numeri sopra, con il solare termodinamico si
occupano 272 acri ogni 100 MW, mentre per il fotovoltaico si occupano
1014 acri ogni 100 MW,
quindi il fotovoltaico occuperebbe quasi 4 volte piu’ territorio,
secondo i numero sopra citati.
In quanto al prezzo, e’ inqualificabile il paragone, tra il costo di un
“primo della serie”, come e’ la centrale CSP di Crescent Dunes, quando
sappiamo benissimo che con il proseguire degli impianti, il costo si
riduce, e dall’altra parte confrontiamo il prezzo con un prodotto in
serie ormai maturo, la produzione di moduli fotovoltaici (la cui
installazione non ha storia).
E senza dimenticare quella questioncina tra tariffa intermittente verso
tariffa dispacciabile.
Insomma, si evidenzia una sempre crescente ignoranza di tutto cio’ che
ha a che fare con l’elettricita’ come prodotta e distribuita a livello
industriale. Tipico errore che possono fare,
ad esempio, i cattedratici di fisica (o laureati di fisica che non sono
mai entrati nel mondo del lavoro “vero”), che si sentono degli esperti
perche’ conoscono tutto su leggi e teoremi di Ohm e Maxwell,
ma non sanno cambiare un spina a casa.
Saltiamo la parte in cui si lamenta che le aziende che vincono l’accesso
ai finanziamenti sarebbero quelle piu’ brave a maneggiare le pratiche
per le domande piuttosto che la costruzione industriale.
Ma ora, tenetevi forti, che arriva la prova provata dell’ignoranza
dell’elettrica industriale, da parte della giornalista. Si parte da:
“… Crescent Dunes never reached the initial promises; the best-case
scenarios were already outmoded by the 2015 opening.”
per arrivare a:
“Instead of 50 percent efficiency, the plant hovered at 20 percent. “
Cosa significherebbe che Crescent Dunes avrebbe promesso il 50% di
efficienza ?
Ma da dove arriva una tale scemenza ? Un gruppo turbo-generatore a
vapore del
migliore livello termoelettrico arriva al massimo al 40% di efficienza.
Penso che
nessuno qui si azzardi a smentirmi. Nella rosea ipotesi che l’efficienza
di captazione,
riflessione (gli specchi) e cattura (l’elemento in cima alla torra) in
forma di calore
sia del 50% (voglio ricordare che gli impianti a torre sono fratelli
stretti dei sistemi fresnel, quindi come efficienza ottica non siamo ai
massimo come e’ quella degli specchi a geometria continua, lineare o a
disco che sia), mi pare evidente che l’efficienza massima che si puo’
sognare a Crescent Dunes e’ del 50% x 40% = 20%. Quindi l’efficienza
massima promessa non sarebbe mai potuta
essere maggiore del 20%. Ovviamente la sig.ra Delbert non ha alcuna
fonte reputabile di questa presunta strabiliante efficienza del 50% che
sarebbe stata promessa.
E per chiudere:
“And the plant only ever secured one client, NV Energy, which couldn’t
rely on the plant to do its part.”
Come spiegato, Tonopah Solar aveva stipulato un *contratto esclusivo*
con NV Energy, per forza che non poteva andare a cercare altri clienti.
Ed e’ interessante il retroscena disegnato dalla giornalista: in base al
contratto stipulato NV Energy non poteva recedere, nonostante la ridotta
generazione elettrica, rispetto a quanto pianificato, nella fase di
comissionamento della centrale solare. Fase di comissionamento evidente
nei primi tre mesi migliori di sempre (Gennaio, Febbraio e Marzo 2019
mostrano una progressione mai nei primi mesi degli anni precedenti, una
progressione che estrapolata evidenza la possibilita’ di arrivare al
60%-70% dell’obbiettivo progettuale.
Ed invece, il DOE rimpiazza di forza i due consiglieri di SolarReserve
con suoi uomini, in Tonopah Solar che a questo punto concede alla NV
Energy di recedere dal contratto.
Per capire l’assurdita’, suggerisco di dare un occhiata alla generazione
di un altro prototipo:
<https://en.wikipedia.org/wiki/Edwardsport_Power_Station#Production>
Come potete vedere la piena produzione (ed e’ ancora insufficiente
rispetto a quando pianificato)
si ha solo al quinto anno. Ma nessuno al DOE si e’ agitato: dopo tutto
Edwardsport consuma “carbone”, non gratuita energia solare.
E non tiratemi fuori che anche se costa $3,4 miliardi, produce pero’
dieci volte piu’ energia, perche’ nel prezzo dell’energia prodotta dalla
centrale a carbone ci va anche il costo del carbone (che e’ un
costo preponderante), mentre l’energia solare che arriva dal cielo e’
gratuita (cioe’ nel solare, il costo dell’energia si concentra nella
costruzione ed operazione degli impianti, ma la fonte primaria e’
gratuita).
Una vera e proprio carognata fatta dal DOE, perche’ ha permesso a NV
Energy di svicolare dai suoi obblighi contrattuali.
In questo messaggio ho limitato i miei commenti, da approfondire nei
messaggi a seguire.
Bloomberg ha preso di mira la SolarReserve ed il primo impianto a torre
con accumlo termico di grossa taglia, cioe’ il progetto Crescent Dunes.
Ed il suo attacco e’ stato ripreso da una molteplicita’ di siti, ma del
tipo piu’ o meno minori (almeno una decina, secondo Google).
Ecco il titolo, che riassume tutto:
“A $1 Billion Solar Plant Was Obsolete Before It Ever Went Online“
Prima l’originale:
<https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-01-06/a-1-billion-solar-plant-was-obsolete-before-it-ever-went-online>
dove leggiamo frasi come:
“SolarReserve may have done its part, but today the company doesn’t rank
among the winners. Instead, it’s mired in litigation and accusations of
mismanagement at Crescent Dunes”
Peccato che SolarReserve non ha il controllo della gestione di Crescent
Dunes. SolarReserve non ha tanti soldi, ma per ogni impianto deve
trovare dei soci. E questi soci “danarosi” vogliono il controllo. Cosi’
la gestione di Crescent Dunes e’ in mano ad una Tonopah Solar, nel cui
consiglio Crescent Dunes ha, anzi aveva, due consiglieri. Aveva, perche’
pare che il Dipartimento dell’Energia abbia deciso, non si sa in base a
quale regola, di estrometterli e sostituirli con due loro
rappresentanti. SolarReserve ha impugnato l’azione ed ora c’e’ una causa
in corso. Vedremo come andra’ a finire. Ma gia’ abbiamo beccato una
“bugia” nella storia.
Continua l’articolo:
“The steam generators at Crescent Dunes require custom parts and a staff
of dozens to keep things humming and to conduct regular maintenance. By
the time the plant opened in 2015, the increased efficiency of cheap
solar panels had already surpassed its technology, and today it’s
obsolete—the latest panels can pump out power at a fraction of the cost
for decades with just an occasional hosing-down.”
Sostanzialmente afferma che il fotovoltaico ha il vantaggio di
richiedere solo un custode (che controlli che qualcuno non tiri sassi …)
ed userebbe materiali prodotti in serie, come se questo fosse un
argomento pregnante.
Insomma, il fotovoltaico richiede solo un custode che ogni tanto spruzza
un po’ d’acqua sui moduli.
Che dire allora, chiudiamo anche le grosse centrali termoelettriche che
anch’esse rientrano nella descrizione della prima frase ?
Continua l’articolo:
“The plant’s technology was designed to generate enough power night and
day to supply a city the size of nearby Sparks, Nev. (population
100,000), but it never came close. “
La cifra promessa (pianificata) era di 500 GW*h. Ecco, ora lo sanno tutti.
Continua l’articolo:
“Its power cost NV about $135 per megawatt-hour, compared with less
than $30 per MWh today at a new Nevada photovoltaic solar farm,
according to BloombergNEF, which researches fossil fuel alternatives.”
Dunque, l’energia di Crescent Dunes era stata contrattualizzata per 13,5
centesimi/kW*h, mentre,
secondo BloombergNEF (che la Bloomberg informa e’ una sua creatura che
ricerca alternative dei/suoi ? combustibili solidi …) il fotovoltaico
propone la sua elettricita’ a 3 centsimi/kW*h.
Tre centesimi ? Viene da domandarsi come mai nel mondo non e’ un
proliferare di cantieri di installazione di impianti fotovoltaici.
Continua l’articolo:
““It was a tragedy of mismanagement,” he says. Spanish company ACS
Cobra, he says, delayed necessary work on Crescent Dunes and designed a
salt tank that leaked, crippling the plant. “
ricordando cosi’ che SolarReserve e’ uno studio ingegneristico, non una
impresa di costruzioni, e quindi per grosse opere si appoggia ad altri.
Nello specifico ACS Cobra, una societa’ spagnola particolarmente attiva
nel settore solar termodinamico, che ha sia un settore ingegneristico,
che uno di costruzione edile e civile (oltre a fornire servizi vari e di
telecomunicazioni).
Ed il serbatoio dei sali fusi, famoso per avere avuto un errore di
saldatura da cui trasudava una perdita dei sali, e’ stata opera della
ACS Cobra.
Continua l’articolo:
“The Energy Department estimates that losses represent only 2.9% of its
$28 billion in loan guarantees for renewable energy projects, which also
funded such successes as the massive farms of thin-film solar cells from
the biggest American manufacturer.”
Come a dire che il progetto Crescent Dunes sia gia’ stata causa di una
“perdita finanziaria” al governo USA (non e’ cosi’, non risulta che il
governo, cioe’ il DOE, abbia gia’ dovuto pagare la fideussione). E per
rafforzare l’impressione che siamo gia’ a questo punto:
“Under the Trump administration, which has mocked the push for fossil
fuel alternatives, it’s easy to imagine Crescent Dunes being used as a
talking point if the White House proposes to eliminate federal subsidies
for renewable power,”
Cioe’ l’amministrazione Trump avrebbe l’argomento che Crescent Dunes ha
gia’ causato una
perdita finanziaria al programma di garanzia dei prestiti del DOE
(dipartimento dell’energia USA).
Ma non risulta tale perdita finanziaria, e quindi cosa vanno a scrivere
? Non ancora. (ma se il DOE,
che ha preso il controllo, fa fallire Tonopah Solar …)
Ed a conferma, quale progetto potevano richiamare nel seguito dell’aticolo ?
“There’s a long and growing list of failed government projects,” says
Edwards, a former senior economist on the Republican staff of the U.S.
Congress Joint Economic Committee. He points to the familiar example of
Solyndra LLC, a solar company backed by $535 million in loan guarantees
that filed for bankruptcy in 2011.”
Peccato per la tesi anti Crescent Dunes, che Solyndra era attiva nel
settore fotovoltaico. Un aspetto sfuggito nella notizia.
In ogni caso, il succo e’ che il fotovoltaico da 3 centesimi al kW*h e
che la tecnologia di Crescent Dunes e’ morta e sepolta. Eppure Ivanpah
e’ regolarmente in produzione. Ma allora quale sarebbe questa tecnologia
fallimentare di Crescent Dunes, visto che e’ un impianto a torre
esattamente come quello di Ivanpah ? Il fatto che aggiunge un
accumulatore di sali fusi ? (in realta’, c’e’ una
differenza, piu’ profonda, ma vediamo se qualcuno la scopre – Bloomberg
non l’ha vista).
Ma vediamo come la notizia e’ stata ripresa dalla decina di zeloti.
Prendiamone uno a caso:
<https://www.popularmechanics.com/technology/a30472835/crescent-dunes-solar-plant/>
“Bloomberg reports that a planned $1 billion solar plant was out of date
and obsolete before it could even be completed.”
Cioe’, nel 2015, anno di inizio servizio, Crescent Dunes sarebbe gia’
stata una tecnologia obsoleta ? Vediamo se argomentano del perche’
sarebbe cosi’.
“Now, the closed and abandoned plant is the subject of huge ongoing
lawsuits.”
Impianto “abbandonato” ? Ma se la SolarReserve ha citato in giudizio la
DOE per riavvere una voce nella gestione dell’impianto, non mi pare si
possa intendere come “abbandono”.
“SolarReserve’s website isn’t online as I write this, and more than one
of its projects has ended
in the possibility of bankruptcy.”
Ho verificato e www.solarreserve.com sembra fuori servizio, ma il
dominio e’ ancora riservato. Forse e’ stata una decisione degli
avvocati, perche’ cio’ che una azienda riporta sul proprio sito puo’
essere usato contro l’azienda da parte degli avvocati avversari.
E poi la sig.ra Caroline Delbert teme che altri progetti siano
possibilmente a rischio di fallimento ?
Vediamo allora nel dettaglio:
Aurora (Australia): il progetto non ha superato la fase di finanziamento
– nessun cantiere
Copiapo’ (Cile): il progetto non ha trovato compratori per l’energia –
nessun cantiere
Kalkaar (Sud Africa): il progetto e’ allo stadio di proposta
Kotulo Tsatsi (Sud Africa): il progetto e’ allo stadio di proposta
Likana (Cile): il progetto e’ stato ceduto alla cordata Cerro Domindar
Group/EIG Global Energy
Redstone (Sud Africa): il progetto e’ in mano ad ACWA Power
Rooipunt (Sud Africa): il progetto e’ allo stadio di proposta
Sandstone (Nevada): il progetto si e’ fermato a livello di pratica
burocratica, ora cancellato
Tamaragul (Cile): come Copiapo’, ha vinco la gara, ma non ha trovato
contratti – nessun cantiere
Ed allora, sig.ra Delbert, quali sarebbero gli altri progetti a rischio
fallimento ? La Solarreserve aveva una poderosa filiera, ma come
l’Italia, anche gli USA sembrano ostili al solare termodinamico.
Interessante notare che l’altro progetto cancellato e’ quello nel terzo
ed ultimo
paese ostile al solare termodinamico, l’Australia (il trittico AIUS …).
Tutti gli altri progetti elencati, altrove nel mondo, sono invece
passati di mano, ad arabi, cileni ed anche i cinesi si interessano.
Ma continuiamo:
“Even at peak operation, “[i]ts power cost [Nevada] about $135 per
megawatt-hour, compared with less than $30 per MWh today at a new
Nevada photovoltaic solar farm ...”
Dunque, l’energia elettrica venduta da Tonopah Solar prodotta a Crescent
Dunes costava a NV Energy (il suo compratore esclusivo *per contratto*)
13,5 centesimi al kW*h *ANCHE DURANTE LE ORE DI PICCO* ? Ma cosa
intendeva dire ? Il prezzo stipulato tra NV Energy
e Tonopah Solar e’ una tariffa fissa, per forza che e’ “sempre” 13,5
centismi al kW*h. Gli inglesi direbbero che questa frase e’ in “parlata
da faina”. Nel prossimo messaggio invece andro’ a dettagliare perche’ e’
sbagliato paragonare i 3 centesimi del fotovoltaico con 13,5 centesimi
del solare termodinamico con accumulo termico (di alta capacita’,
precisiamo).
Interessante come si prosegue:
“The total cost of Crescent Dunes was $1 billion for a promised 110
megawatts on 300 acres. Now, the Trump administration is approving a $1
billion plant that will make 690 megawatts on over 7,000 acres. “
Cio’ che e’ interessante, non e’ il prezzo, ma il territorio impegnato:
110 MW su 300 acri verso
690 MW su 7’000 acri. Una della (false) lamentele degli italiani
finti-ambientalisti e’ che il solare termodinamico consumerebbe
territorio. Secondo i numeri sopra, con il solare termodinamico si
occupano 272 acri ogni 100 MW, mentre per il fotovoltaico si occupano
1014 acri ogni 100 MW,
quindi il fotovoltaico occuperebbe quasi 4 volte piu’ territorio,
secondo i numero sopra citati.
In quanto al prezzo, e’ inqualificabile il paragone, tra il costo di un
“primo della serie”, come e’ la centrale CSP di Crescent Dunes, quando
sappiamo benissimo che con il proseguire degli impianti, il costo si
riduce, e dall’altra parte confrontiamo il prezzo con un prodotto in
serie ormai maturo, la produzione di moduli fotovoltaici (la cui
installazione non ha storia).
E senza dimenticare quella questioncina tra tariffa intermittente verso
tariffa dispacciabile.
Insomma, si evidenzia una sempre crescente ignoranza di tutto cio’ che
ha a che fare con l’elettricita’ come prodotta e distribuita a livello
industriale. Tipico errore che possono fare,
ad esempio, i cattedratici di fisica (o laureati di fisica che non sono
mai entrati nel mondo del lavoro “vero”), che si sentono degli esperti
perche’ conoscono tutto su leggi e teoremi di Ohm e Maxwell,
ma non sanno cambiare un spina a casa.
Saltiamo la parte in cui si lamenta che le aziende che vincono l’accesso
ai finanziamenti sarebbero quelle piu’ brave a maneggiare le pratiche
per le domande piuttosto che la costruzione industriale.
Ma ora, tenetevi forti, che arriva la prova provata dell’ignoranza
dell’elettrica industriale, da parte della giornalista. Si parte da:
“… Crescent Dunes never reached the initial promises; the best-case
scenarios were already outmoded by the 2015 opening.”
per arrivare a:
“Instead of 50 percent efficiency, the plant hovered at 20 percent. “
Cosa significherebbe che Crescent Dunes avrebbe promesso il 50% di
efficienza ?
Ma da dove arriva una tale scemenza ? Un gruppo turbo-generatore a
vapore del
migliore livello termoelettrico arriva al massimo al 40% di efficienza.
Penso che
nessuno qui si azzardi a smentirmi. Nella rosea ipotesi che l’efficienza
di captazione,
riflessione (gli specchi) e cattura (l’elemento in cima alla torra) in
forma di calore
sia del 50% (voglio ricordare che gli impianti a torre sono fratelli
stretti dei sistemi fresnel, quindi come efficienza ottica non siamo ai
massimo come e’ quella degli specchi a geometria continua, lineare o a
disco che sia), mi pare evidente che l’efficienza massima che si puo’
sognare a Crescent Dunes e’ del 50% x 40% = 20%. Quindi l’efficienza
massima promessa non sarebbe mai potuta
essere maggiore del 20%. Ovviamente la sig.ra Delbert non ha alcuna
fonte reputabile di questa presunta strabiliante efficienza del 50% che
sarebbe stata promessa.
E per chiudere:
“And the plant only ever secured one client, NV Energy, which couldn’t
rely on the plant to do its part.”
Come spiegato, Tonopah Solar aveva stipulato un *contratto esclusivo*
con NV Energy, per forza che non poteva andare a cercare altri clienti.
Ed e’ interessante il retroscena disegnato dalla giornalista: in base al
contratto stipulato NV Energy non poteva recedere, nonostante la ridotta
generazione elettrica, rispetto a quanto pianificato, nella fase di
comissionamento della centrale solare. Fase di comissionamento evidente
nei primi tre mesi migliori di sempre (Gennaio, Febbraio e Marzo 2019
mostrano una progressione mai nei primi mesi degli anni precedenti, una
progressione che estrapolata evidenza la possibilita’ di arrivare al
60%-70% dell’obbiettivo progettuale.
Ed invece, il DOE rimpiazza di forza i due consiglieri di SolarReserve
con suoi uomini, in Tonopah Solar che a questo punto concede alla NV
Energy di recedere dal contratto.
Per capire l’assurdita’, suggerisco di dare un occhiata alla generazione
di un altro prototipo:
<https://en.wikipedia.org/wiki/Edwardsport_Power_Station#Production>
Come potete vedere la piena produzione (ed e’ ancora insufficiente
rispetto a quando pianificato)
si ha solo al quinto anno. Ma nessuno al DOE si e’ agitato: dopo tutto
Edwardsport consuma “carbone”, non gratuita energia solare.
E non tiratemi fuori che anche se costa $3,4 miliardi, produce pero’
dieci volte piu’ energia, perche’ nel prezzo dell’energia prodotta dalla
centrale a carbone ci va anche il costo del carbone (che e’ un
costo preponderante), mentre l’energia solare che arriva dal cielo e’
gratuita (cioe’ nel solare, il costo dell’energia si concentra nella
costruzione ed operazione degli impianti, ma la fonte primaria e’
gratuita).
Una vera e proprio carognata fatta dal DOE, perche’ ha permesso a NV
Energy di svicolare dai suoi obblighi contrattuali.
In questo messaggio ho limitato i miei commenti, da approfondire nei
messaggi a seguire.